Aleksandra Kollontaj
A cavallo tra Ottocento e Novecento Aleksandra Kollontaj aveva già ben chiaro che la liberazione delle donne fosse una questione politica, dedicò infatti tutta la sua vita all’impegno politico rivoluzionario condividendo con i marxisti la formazione, l’organizzazione delle battaglie della classe operaia, l’esperienza del carcere e dell’esilio.
Nasce a San Pietroburgo nel 1872 in una famiglia benestante, ma si rende subito conto dei suoi privilegi; celebre è la sua dichiarazione: “La vita comoda mi piacque fin dall’infanzia, ma sapere che altri soffrivano la fame mentre io stavo bene mi addolorava terribilmente”.
Si schierò presto a fianco delle ultime, le operaie, le donne lavoratrici che oltre a dover sopportare i problemi del lavoro “produttivo”, dovevano confrontarsi quotidianamente con quelli del lavoro “riproduttivo” e di cura.
Parlare di Aleksandra Kollontaj non significa solo parlare della prima donna al mondo a ricoprire la carica di ministra in un governo e di ambasciatrice, ma significa anche contrastare la considerazione del corpo femminile come estraneo al “corpo” politico.
Significa inoltre riconoscerle il ruolo di precorritrice di un’idea di amore come fattore psico-sociale; questioni su cui si era lucidamente espressa nel testo Largo all’Eros alato quali la liberazione sessuale delle donne, l’amore libero e le forti critiche alla famiglia tradizionale fondata, secondo l’autrice, sull’ ineguaglianza tra i sessi, sono ancora oggi fonte di accesi dibattiti.