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Angela Davis e la lotta per il cambiamento

Compie 79 anni Angela Davis, una delle attiviste più importanti nel panorama internazionale.

Angela Yvonne Davis nacque il 26 Gennaio 1944 a Birmingham, in Alabama. Come molti altri stati del sud degli USA, l’Alabama era dominato da un acuto conflitto razziale. I genitori di Angela erano relativamente benestanti e perciò decisero di trasferirsi in un quartiere più centrale della cittadina, differente da quello dove vigeva la segregazione dei neri. Questa zona di Birmingham venne poi conosciuta come Dynamite Hill perchè i membri del Ku Klux Klan cercavano di intimidire le famiglie di neri a trasferirsi in un’altra zona con colpi di pistola o, addirittura, mettendo bombe nelle case appena acquistate.

Nel 1963 tre sue amiche morirono in un attacco contro una chiesa della città, condotto dai suprematisti bianchi.

A 14 anni si trasferì a New York per proseguire i suoi studi in una scuola privata progressista e in questa città iniziò il suo percorso da militante comunista. Proseguì i suoi studi in Massachussets per poi continuarli in Francia, a Parigi, dove ha modo di studiare filosofia ed essere allieva di Marcuse e Adorno.

Dopo che ebbe completato gli studi decise di spostarsi nuovamente negli Stati Uniti e prende parte alla lotta per i diritti civili. Da questo momento si iscrive al Partito Comunista e entra a far parte del movimento delle Black Panthers.

A causa delle sue posizioni politiche le venne negata la cattedra all’università della California, ma riuscì a riottenerla dopo una lotta in tribunale.

Nel 1970 alcuni militanti delle Pantere Nere fecero irruzione in un tribunale durante il processo a George Jackson, anch’egli partecipante del movimento, per liberarlo. Durante il sequestro nell’aula e la fuga vennero utilizzate armi da fuoco e una di esse era di proprietà di Angela Davis.

Per la legge californiana il proprietario dell’arma è da considerarsi colpevole quanto coloro che la impugnano, perciò Angela venne considerata come ricercata e arrestata con accusa di rapimento, cospirazione e omicidio. Il suo arresto scatenò una massiccia mobilitazione a livello internazionale per chiedere la sua assoluzione.

Dopo più di un anno di carcere venne scagionata e considerata a tutti gli effetti innocente.

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Negli anni a seguire si impegnò rispetto al problema delle carceri e alle incarcerazioni di massa della popolazione nera, che sistematicamente riceveva sentenze più lunghe e dure rispetto alla popolazione bianca degli Stati Uniti.

Negli anni successivi si impegnò contro la guerra in Vietnam, il sessismo, il razzismo e per il supporto alla popolazione palestinese.

Attraverso l’insegnamento, gli scritti e l’attivismo riuscì a affermare l’idea del femminismo intersezionale, ovvero la necessità della lotta femminista di non tralasciare le istanze antirazziste e anticlassiste.

Nel 1981 pubblicò “Donne, razza e classe” che è uno dei testi fondamentali del femminismo moderno, dove la Davis analizza il rapporto tra disuguaglianze di genere, razza e classe all’interno della società capitalista dal periodo della schiavitù fino agli anni Settanta.

 Nel suo libro "La libertà è una lotta costante", pubblicato nel 2015, Angela Davis afferma che «il femminismo implica molto di più che non la sola uguaglianza di genere. […] Deve implicare una coscienza riguardo al capitalismo, al razzismo, al colonialismo, ai postcolonialismi e all’abilità, e una quantità di generi più grande di quanto possiamo immaginare, e così tanti nomi per la sessualità che mai avremmo pensato di poter annoverare». 

Uno dei temi principali di cui si occupa rispetto al ruolo delle donne nella società è quello del lavoro fuori casa, sostiene infatti che il lavoro non sia solo un mezzo di emancipazione economica per le donne, ma anche uno strumento di affermazione necessario a scardinare l’idea di “donna che si occupa esclusivamente della casa e della famiglia”.

Il suo impegno l’ha portata a scontrarsi più volte con membri sia del Partito Comunista che delle Black Panthers che agivano nei suoi confronti atteggiamenti sessisti e discriminatori, ostacolando il suo raggiungimento di incarichi direttivi e organizzativi, considerati da loro “incarichi da uomo”.

Ad oggi Angela Davis non è più iscritta al Partito Comunista statunitense, ma non ha abbandonato il suo ruolo di attivista né la difesa dei suoi ideali. Insegna Storia della Coscienza all’università della California e dirige il Women Institute.

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