Posto occupato arriva a Padova
Circa 60 realtà aderenti, più di 70 drappi rossi sparsi in tutta la città e nella Provincia: in sedi Istituzionali, esercizi commerciali, scuole, Università, librerie, cinema aderiscono alla campagna Un Posto Occupato. Questa l’iniziativa di un gruppo di Associazioni di donne, con il Patrocinio del Comune di Padova e dell’Ateneo patavino in occasione del 25 novembre, la giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
La campagna si chiama Posto Occupato ed è nata nel 2013 per ricordare, simbolicamente, le donne che hanno perso la vita per mano di un compagno, marito o ex che diceva di amarle. Perché Posto Occupato? Perché ciascuna di quelle donne, prima che un assassino decidesse di porre fine alla sua vita, occupava un posto a teatro, sul tram, a scuola, in metropolitana, nella società. Questo posto vogliamo riservarlo a loro, occupandolo con un drappo rosso, affinché la quotidianità non le dimentichi.
I casi di “femminicidio” in Italia negli ultimi dodici mesi sono stati 92. Il numero è fermo al 31 luglio visto che il "dossier Viminale" aggrega i dati nel periodo compreso tra il 1 agosto 2018 e il 31 luglio 2019. Nell’anno precedente le donne vittime di femminicidio sono state, ancora una volta, 92 (il 68,7 per cento dei 134 omicidi in ambito familiare). Una ogni 3 giorni. Come ogni anno. I femminicidi non sono un’emergenza temporanea, e non lo sono mai stati: fanno parte di un angolo buio e oscuro nostra cultura patriarcale e sessista, che diffonde la sua ombra su tutte e tutti noi.
Con femminicidio si intendono “tutte le uccisioni di donne avvenute per motivi di genere, quindi a prescindere dallo stato o meno di mogli. L’utilizzo di un termine specifico per identificare l’evento dell’uccisione della donna serve anche per distinguere tale esito estremo da quelli che rientrano nella generale categoria di femminicidio e che coincidono con ogni pratica sociale violenta fisicamente o psicologicamente, che attenta all’integrità, allo sviluppo psicofisico, alla salute, alla libertà o alla vita delle donne, col fine di annientarne l’identità attraverso l’assoggettamento fisico e/o psicologico” - definizione tratta dalla ricerca sui femmicidi in Italia (2011), Casa delle donne per non subire violenza.
Occupare un posto anche quest’anno per le 4 donne che sono state uccise nella nostra regione, per Giulia, per Marianna, per Licia e Claudia, per tutte loro è quindi un gesto simbolico importante e concreto, per ricordare le donne che avrebbero partecipato a un concerto, a una manifestazione, alla visione di un film al cinema, a un pranzo in compagnia,
tra amici, e amiche, liberamente.
Servono interventi strutturali, leggi ad hoc, percorsi nelle scuole, finanziamento ai Centri antiviolenza ed ai servizi per la protezione delle donne. Serve un lavoro di rete multi-agenzia efficiente, coordinato ed organizzato. Ma serve anche l’aiuto e il sostegno costante di tutte e di tutti, perché la violenza maschile contro le donne è un problema che ci riguarda e che ognuno di noi in qualche modo ha conosciuto. Proprio per questo la violenza maschile contro le donne va contrastata ogni giorno, anche aderendo all’iniziativa Posto Occupato.