8 marzo 2020 - Trent'anni di lotte per le donne
L’8 marzo il Centro Veneto Progetti Donna compie 30 anni
In questo lungo percorso, sebbene almeno dal punto di vista legislativo, abbiamo ottenuto il riconoscimento di alcuni diritti fondamentali, la domanda che ci facciamo ancora oggi è: ma le donne stanno bene nel nostro paese?
Una donna su tre ha subito nel corso della sua vita almeno un episodio di violenza fisica o sessuale.
Il femminicidio è l’unico reato che non diminuisce.
In alcune regioni è quasi impossibile accedere all’interruzione volontaria di gravidanza, dato che il tasso medio in Italia di medici obiettori è del 70%.
Il differenziale salariale tra uomini e donne è poco superiore al 5% se si considera il salario lordo orario a parità di impiego. In generale le donne guadagnano il 44% in meno.
Sono 25.000 all’anno le donne che lasciano il lavoro per la nascita di un figlio.
Sono 1.400.000 le donne che nel corso della loro vita lavorativa hanno subito molestie fisiche o ricatti sessuali sul posto di lavoro.
Il 21% di madri in Italia dichiara di aver subito violenza ostetrica durante il parto.
Questi numeri si ripetono pressoché uguali ogni anno, segnale che la violenza maschile sulle donne, quella del patriarcato, è un fenomeno strutturale delle società, ed è trasversale, non riguarda cioè un gruppo di persone con determinate caratteristiche, ma dipende solo da che valore diamo all’essere donne o uomini. Si tratta di violenza di genere, che colpisce le donne perché considerate inferiori.
Il Centro Veneto Progetti Donna in 30 anni di attività ha accolto circa 9.500 donne di tutta la provincia, offrendo loro percorsi di libertà dalla violenza e di autodeterminazione.
Abbiamo ascoltato le parole, spesso dette per la prima volta, di dolore, di sofferenza, di rabbia, a volte incredule a volte fin troppo consapevoli delle ingiustizie e delle vessazioni quotidiane.
Abbiamo percorso insieme alle donne strade in salita, sentieri accidentati, spesso senza protezione e in solitudine, con la sola forza di sapere che ciò che ci univa era l’essere donne in un mondo in cui il maschile domina tutto.
Il femminismo e la pratica della relazione tra donne sono i mezzi che abbiamo usato e continuiamo ad usare per affrontare la violenza maschile, per sopravvivere alla prevaricazione, alle ingiustizie che viviamo solo per il fatto di essere donne.
Nel 1990 un gruppo di donne, impegnate nel sindacato e nel sociale, ha dato vita ad una realtà che oggi è un punto di riferimento per la città, la provincia e oltre. Molte operatrici, avvocate, psicologhe, assistenti sociali, attiviste e donne hanno attraversato il Centro antiviolenza, e le loro voci, testimonianze ed esperienze ci accompagneranno quest’anno per ricordarci che in questa storia ci siamo state tutte.