Ratifica della Convenzione OIL contro la violenza e le molestie sui luoghi di lavoro.
Il 24 settembre 2020 La Camera ha approvato all’unanimità la legge di ratifica della Convenzione dell’Organizzazione internazionale del Lavoro contro la violenza e le molestie sui luoghi di lavoro.
La Convenzione OIL èimportante perché riconosce che la violenza e le molestie nel mondo del lavoro possono “costituire una violazione o un abuso dei diritti umani”. La nuova Convenzione internazionale definisce la violenza ele molestie, sul luogo di lavoro, come un insieme di comportamenti, che vogliono provocare danni fisici, psicologici, sessuali o economici. Gli obiettivi della Convenzione sono quello di prevenire il fenomeno, proteggere chi ne è colpito, sanzionare e punire i responsabili.
Questa nuova norma internazionale, come si legge nell’Articolo 2 - comma 1 della Convenzione, protegge tutti i lavoratori “indipendentemente dallo status contrattuale, le persone in formazione, inclusi tirocinanti e apprendisti, le lavoratrici e i lavoratori licenziati, i volontari, le persone alla ricerca di un impiego o candidate a un lavoro”. È quindi una legge che non solo si applica ad un’ampia platea di destinatari ma può essere impugnata anche in riferimento a molestie che non sono avvenute solo nel posto di lavoro, l’ufficio o la fabbrica per esempio, ma in tutti quei luoghi e occasioni che fanno parte della sfera lavorativa di un individuo. Nella Convenzione, all’Articolo 3, si legge infatti che tale norma si applica alla violenza che avviene: “nel posto di lavoro; in luoghi destinati alla pausa o alla pausa pranzo, oppure nei luoghi di utilizzo di servizi igienico-sanitari o negli spogliatoi; durante spostamenti o viaggi di lavoro, formazione, eventi o attività̀ sociali correlate con il lavoro; a seguito di comunicazioni di lavoro, anche telematiche; all’interno di alloggi messi a disposizione dai datori di lavoro; durante gli spostamenti per recarsi al lavoro e per il rientro dal lavoro.”
La ratifica della Convenzione OIL è particolarmente importante se osserviamo i dati sulle le molestie e i ricatti sessuali, in Italia, in ambito lavorativo – ISTAT, 2016. Secondo questi dati sono un milione e 404 mila le donne che nel corso della loro vita lavorativa hanno subito molestie fisiche o ricatti sessuali sul posto di lavoro. Rappresentano l’8,9% per cento delle lavoratrici attuali o passate, incluse le donne in cerca di occupazione. Nei tre anni precedenti all’indagine, ovvero fra il 2013 e il 2016, hanno subito questi episodi oltre 425 mila donne (il 2,7%).
Nell’indagine del 2016 è risultato che sono un milione 173 mila (il 7,5%) le donne, che nel corso della loro vita lavorativa, sono state sottoposte un ricatto sessuale, secondo i dati il 32,4% di questi ricatti viene ripetuto quotidianamente, il 17,4% all’incirca una volta a settimana, il 29,4% qualche volta al mese e il 19,2% più raramente. Il dato più allarmante che emerge da questa indagine è che nel 80,9% dei casi le vittime di molestie non ne parlano con nessuno e solo lo 0.7% denuncia la violenza alle forze dell’ordine.
L’indagine Istat del 2016, evidenza inoltre che i ricatti subiti in ambito lavorativo hanno delle pesanti conseguenze, infatti il 33,8% delle donne ha cambiato volontariamente lavoro o ha rinunciato alla carriera, mentre il 10,9% è stata licenziata, messa in cassa integrazione o non è stata assunta.
Si spera che con l’approvazione della Convenzione OIL venga introdotto nell’ordinamento giuridico il reato di molestie sul lavoro e, che come conseguenza, questi dati migliorino sensibilmente.