Il parto in anonimato e le Culle per la vita
Accanto all’istituto del parto in anonimato vi è un altro dispositivo ancora poco noto, eppure di origine antica: le Culle per la vita.
Un tempo chiamata “Ruota degli esposti” era un meccanismo girevole di forma cilindrica, divisa in due parti: una rivolta verso l'esterno e una verso l'interno. Attraverso uno sportello, era possibile collocare gli esposti, cioè i neonati, senza essere visti dall'interno. Facendo girare la ruota, essa andava a combaciare con un'apertura all'interno, dove lo sportello veniva aperto e ai neonati potevano essere assicurate le cure necessarie.
A partire dagli anni Novanta hanno cominciato a diffondersi in tutto il territorio nazionale, seppur in modo non omogeneo. Oggi sono circa 50 le Culle in Italia, promosse da diverse associazioni, ASL, Comuni e istituti religiosi. Nella provincia di Padova ne contiamo con certezza tre, ovvero la culla per la vita di Camposampiero, di Schiavonia e una nel Comune di Padova. (Gli indirizzi sono presenti a fine testo)
Sono tutte collocate in luoghi accessibili e il loro utilizzo è intuitivo: solitamente è sufficiente premere un pulsante per far uscire la culla termica in cui si deposita il/la neonato/a. La chiusura automatica e il sistema di sorveglianza h. 24 garantiscono la protezione e la pronta accoglienza dei bambini e delle bambine e allo stesso tempo tutelano l’anonimato della persona che lə depone.
In Italia esistono numerose leggi che tutelano la madre e il/la neonato/a, intesi come persone distinte, con specifici diritti. In ospedale ogni donna* ha il diritto riconosciuto dallo Stato di esprimere la sua volontà di non riconoscere il/la neonato/a alla nascita ed ha diritto alla riservatezza sulla propria identità. Avvalendosi di questo diritto i servizi sociali e sanitari coinvolti garantiscono la segretezza e nell’atto di nascita del/la minore, che deve essere redatto entro dieci giorni dal parto, risulta la dicitura “figlio/a di donna* che non consente di essere nominata”. Nel caso di non riconoscimento alla nascita il personale sanitario si prende cura del/la neonato/a e collabora con il Tribunale per i minorenni che dichiara lo stato di adottabilità e individua una coppia adeguata per garantire il benessere del/la minore.
Il minore è riconosciuto dalla legge come “persona” cui è attribuita la capacità giuridica, cioè la titolarità di diritti tra cui il diritto al nome, alla cittadinanza, all'educazione e alla crescita in una famiglia, anche diversa da quella di origine.
Attualmente è ancora difficile valutare l’utilizzo di questi dispositivi e più in generale l’entità del fenomeno dell’abbandono neonatale.
Il Progetto “ninna ho”, promosso dalla Fondazione Francesca Rava – N.P.H. Italia Onlus e dal Network KPMG in Italia con il patrocinio del Ministero della Salute e della Società Italiana di Neonatologia, ha avviato nel 2013 una prima indagine nazionale rivolta a 100 punti nascita.
Tra i temi esplorati vi è anche la conoscenza della normativa italiana sul parto in anonimato e delle Culle per la vita. Dai dati che è stato possibile rilevare è emerso che il 10,7% delle donne* sa che esistono le Culle per la vita, mentre l’8,9% ne ignora l’esistenza.
La maggior parte dei/lle neonatologi/he intervistati/e ritiene prioritario promuovere una comunicazione capillare su queste possibilità. È a partire da questa esperienza che la Società Italiana di Neonatologia ha scelto di dare vita a un Registro nazionale sui bambini non riconosciuti abbandonati alla nascita che presto consentirà di monitorare e comprendere meglio il fenomeno, prestando attenzione sia ai neonati partoriti in ospedale sia a quelli che vi giungono dopo esser stati ritrovati. Anche per quanto riguarda le Culle per la vita, dunque, l’aumento della diffusione e della consapevolezza di questi presidi deve costituire un obiettivo da perseguire urgentemente, liberandoci dei pregiudizi che ostacolano l’esercizio dei diritti delle donne e del/la minore.
Culle per la vita nella provincia di Padova:
- Ospedale di Camposampiero – Via Pietro Cosma, 1 (affianco ai poliambulatori)
- Azienda Ospedaliera di Padova - Via San Massimo, 8/10
- Ospedale “Madre Teresa di Calcutta” di Schiavonia - Via Albere, 30 (lato sud-ovest del marciapiede, che dal parcheggio per i visitatori conduce all'ingresso del pronto soccorso)