Pensiero sulle violenza contro le donne, di Anita Tullio
Ogni volta che ho sentito parlare di violenza sulle donne, mi sono sempre immaginata donne che avevano subito violenza fisica o sessuale. Non ho mai pensato che lo stalking e il controllo economico sulle donne da parte degli uomini rientrassero nella categoria di violenza dato che riguardano l’indipendenza personale e la sfera psicologica. Effettivamente la violenza non è solo quella che imprime segni visibili sulla pelle. La violenza psicologica lascia segni “invisibili”, ma solo perché non si vedono non significa che non esistano, anzi, credo che siano peggio di quelli visibili. Ci sono casi, infatti, in cui la donna giunge addirittura a convincersi di essere inferiore all’uomo, fino ad arrivare all’annullamento della persona stessa.
Il fatto che la maggior parte dei responsabili delle violenze siano attuali partner o ex compagni delle vittime è sconcertante visto che, a mio parere, in qualsiasi relazione, non solo tra marito e moglie, ma anche in generale tra amici, ex fidanzati e conoscenti, prima di tutto deve esserci il rispetto reciproco.
Per fortuna ci sono strutture atte ad aiutare le donne in difficoltà, offrendo loro supporto sia psicologico sia legale. Queste strutture si impegnano anche a promuovere progetti di prevenzione nelle scuole e campagne di sensibilizzazione. Per gli istituti di istruzione dovrebbe essere resa obbligatoria la partecipazione a questi progetti perché offrono la possibilità di riflettere su tematiche poco o per niente affrontate nelle scuole, come gli stereotipi di genere. Pensandoci bene tutti siamo cresciuti circondati da essi, chi più chi meno, e sono proprio questi ad alimentare l’idea che uomo e donna siano individui completamente diversi che non possono avere interessi simili. In più gli stereotipi inseriscono le persone all’interno di categorie ben definite al di fuori delle quali non possono uscire altrimenti verrebbero denigrate ed escluse dalla società.
Una cosa che tutti dovrebbero capire, invece, è che le differenze fisiche tra uomo e donna non devono precludere la libertà individuale e nessuno deve ritenersi nella condizione di poter decidere della vita degli altri.
Anita Tullio, studentessa dell’Istituto Marchesi di Padova, che sta svolgendo al Centro Veneto Progetti Donna un periodo di alternanza scuola lavoro.